Ivano

Albertelli

Si definisce curioso a 360 gradi e viene definito come una persona vulcanica e fantasiosa. Parliamo di Ivano Albertelli, per tutti Ivan, oste e proprietario dell’Hostaria da Ivan, Parma.

Il cuore diviso tra Parma, la regione dello Champagne e la moglie Barbara, chef dell’Hostaria, Ivan è un uomo dalla parlantina e dalla passione travolgenti, innamorato del suo lavoro, del profumo delle botteghe di una volta fatto di salumi e detersivi, e della sua città. Fa
venire l’acquolina in bocca quando parla del suo piatto preferito, l’anatra al forno con le patate saltate nel sugo di Barbara e a volte anche un po’ di invidia quando, tra i suoi compiti di oste, annovera il “controllo qualità”.

Un vecchio grembiule in pelle regalatogli da amici nel ’93, il cappello e i calici della Riedel che accompagnano i vini che propone da più di vent’anni sono i suoi must have, così come lo è diventata la Spalla Cotta Parmacotto Selection che Ivan ama proporre leggermente scaldata, accompagnata dalla senape al miele, oppure nel ripieno delle crespelle insieme a ricotta, parmigiano e zucchine, servite su fonduta di caprino. Un incontro di gusto tra il fondatore della “Salumoterapia”, con un’esperienza di oltre trent’anni nella selezione dei salumi, ed un prodotto che lui stesso definisce di grande equilibrio e piacevolezza.

Chiacchierando con Ivan si ha l’impressione di essere guidati, con il sottofondo delle sue canzoni preferite dei Queen, Radio Ga-ga e We will rock you, amate non tanto per il testo – “non so l’inglese” – ma per il ritmo incalzante, tra le vie di Parma con tappa nei suo luoghi del cuore, il Duomo, il teatro Farnese e la sua Oltretorrente, fino ad arrivare nel suo locale preferito, Hostaria a parte, Sparafucile, del quale apprezza la correttezza nei piatti proposti e la scelta delle materia prime.

Il suo rito di silenzio, sigaro e bollicine sulla panchina rivolta a sud della sua Hostaria, è un preludio al suo essere guida non solo attraverso i percorsi di sapore che lui per primo ama, ma soprattutto attraverso la pazienza che serve per attendere la maturità di un salume, di un vino, di un toscano e di un piatto.

Un uomo che ha sempre fatto nella vita ciò che gli piaceva di più, un personaggio volto alla scoperta, in grado di coniugare risate a cuore aperto con la saggezza, molta saggezza, un uomo che “i traguardi li lascio ai giovani” e che all’Ivan bambino avrebbe semplicemente consigliato di essere curioso. Un oste raro che sa trasmettere a chi lo incontra i profumi e le tradizioni del suo territorio e – con un gioco di parole – la passione per le sue passioni.